La frase shock “Mi sa che abbiamo incastrato Stasi” riaccende i riflettori sull’omicidio di Garlasco: nuove analisi sul Dna e nuovi nomi nella lista della Procura
Un messaggio sospetto che riapre vecchie ferite
“Mi sa che abbiamo incastrato Stasi“. È questo l’sms che potrebbe cambiare tutto. La frase, riportata dal settimanale Giallo e attribuita a Paola Cappa, gemella di Stefania e cugina della vittima Chiara Poggi, sarebbe stata inviata a un amico nel pieno delle indagini del 2007. Nessuna delle due gemelle è mai stata indagata, ma oggi il loro nome tornerebbe centrale nella nuova inchiesta della Procura di Pavia.
Il ritorno del caso Garlasco, 18 anni dopo
L’omicidio di Chiara Poggi, uccisa a Garlasco nell’agosto 2007, ha segnato la cronaca italiana. Dopo anni di processi, Alberto Stasi, allora fidanzato della ragazza, è stato condannato in via definitiva nel 2015. Oggi è in semilibertà, ma nuove prove potrebbero rimettere tutto in discussione.
Il nuovo filone d’indagine nasce da 280 messaggi recuperati e riesaminati dagli inquirenti. Fra questi, il messaggio delle gemelle Cappa appare particolarmente significativo: una possibile prova di manipolazione delle indagini?
Analisi genetiche su sei nuovi soggetti
Durante un’udienza a porte chiuse al tribunale di Pavia, la giudice per le indagini preliminari ha disposto un nuovo incidente probatorio, affidando l’incarico a due periti esperti. Il compito: analizzare tracce di Dna rilevate sulla scena del crimine.
Saranno sottoposti a prelievo:
- Paola e Stefania Cappa, le cugine gemelle della vittima
- Marco Panzarasa, amico di Stasi
- Tre amici di Andrea Sempio, altro nome emerso nelle precedenti indagini
Nessuno di loro risulta al momento indagato, ma la Procura vuole escludere con certezza ogni altra ipotesi.
Un caso che l’opinione pubblica non ha mai dimenticato
Il delitto Poggi è stato uno dei primi casi mediatici dell’era digitale. Opinionisti, criminologi da salotto e talk show hanno contribuito a mantenere alta l’attenzione. Ma è la giustizia – e solo quella – che può riportare la verità alla luce.
Con le nuove tecnologie di analisi genetica, prove una volta inutilizzabili potrebbero oggi raccontare un’altra storia. E se quel “abbiamo incastrato Stasi” non fosse solo una frase buttata lì?
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