L’aumento dei costi energetici in Italia ha avuto un forte impatto su famiglie e piccole e medie imprese (PMI). Tra il 2021 e il 2024, la spesa per benzina, gasolio e gpl è cresciuta sensibilmente, con un incremento che ha pesato soprattutto sulle aziende, già provate da altri rincari. Secondo un’analisi del Centro studi di Unimpresa, il trend non sembra destinato a invertire la rotta, con il rischio di ulteriori aumenti nel 2025 a causa delle persistenti tensioni internazionali.
Le PMI, in particolare, hanno visto lievitare il costo della benzina da 4.375 euro nel 2021 a 5.281 euro nel 2024, con un incremento del 20,7%. Ancora più marcato il rincaro del gasolio auto, che ha registrato una crescita del 24,5%, passando da 6.662 euro a 8.292 euro. Anche il gpl ha subito un rialzo, raggiungendo 1.475 euro (+17%), mentre il gasolio per riscaldamento ha toccato quota 14.230 euro, con un aumento del 23%.
Le famiglie hanno dovuto affrontare aumenti simili, seppur in misura leggermente inferiore. Il costo della benzina è passato da 1.750 euro a 2.112 euro (+20,7%), mentre il gasolio auto è salito da 1.332 euro a 1.658 euro (+24,5%). Anche il gpl e il gasolio per riscaldamento hanno subito incrementi rispettivamente del 17% e del 23%.
Questi dati evidenziano un quadro preoccupante per l’economia italiana. Se il 2025 dovesse confermare questa tendenza, le imprese rischiano di perdere competitività, mentre le famiglie vedranno ridursi il proprio potere d’acquisto. Il vicepresidente di Unimpresa, Giuseppe Spadafora, sottolinea la necessità di interventi mirati per contenere i rincari e garantire una maggiore stabilità nel settore energetico.
Nonostante un lieve calo dei prezzi a fine 2024 rispetto alla media annua, la situazione rimane critica. È indispensabile una strategia energetica che favorisca la riduzione della dipendenza dalle importazioni e promuova soluzioni sostenibili.
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