A cura di Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel
Milano, 12 ottobre 2023 – Il dato dell’inflazione core pubblicato oggi negli Usa, probabilmente il più importante per i mercati, è rimasto stabile allo 0,3% su base mensile in settembre, in linea con il consenso. Il dato riflette il calo dei beni di consumo, trainati al ribasso dai prezzi di auto usate e abbigliamento, mentre i servizi core, dopo il rallentamento di agosto, in settembre sono tornati a crescere (+0,6% su base mensile).
Sul fronte della politica monetaria, per raggiungere l’obiettivo dello 0,2% su base mensile, che rappresenta il target della Fed, è fondamentale che i prezzi di beni e servizi rallentino in modo sostenuto (0,6% è un livello ancora troppo elevato). Al momento, quindi, è presto per dichiarare la vittoria sull’inflazione, anche perché ad oggi il denaro si spende soprattutto per i servizi: questo non significa che nel corso del meeting di novembre la Fed opterà sicuramente per un aumento dei tassi, anche se i dati sul PIL statunitense del terzo trimestre e sui Non Farm Payrolls (NFP) lasciano il dibattito aperto.
Ampliando la prospettiva, la notizia più significativa per il mercato obbligazionario è rappresentata dal recente aumento dei tassi d’interesse a lungo termine, coerentemente con un quadro che vede:
· Dati sulla crescita dell’economia Usa migliori del previsto;
· Politica di tassi “più alti più a lungo” da parte della Fed;
· Dichiarazioni di Powell sul Quantitative Tightening nel corso della conferenza stampa di settembre;
· Offerta di Treasury;
· Posizionamento degli investitori.
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