Secondo la ricostruzione degli inquirenti gli uomini si avvalevano di prestanomi, spesso nullatenenti e di società appositamente costituite poi aprivano conti correnti presso banche e uffici postali sui quali veniva richiesto il libretto di assegni. Proprio con quegli assegni venivano acquistatiprodotti vari di valore tra i quali, in particolare gioielli e prodotti tecnologici. Nel tempo di accorgersi che gli assegni non erano coperti i malviventi erano già ben lontani in possesso della merce acquistata.
Cagliari. Carabinieri smantellano banda di truffatori
