
La tensione cresce mentre Israele interrompe gli aiuti umanitari
La crisi umanitaria nella Striscia di Gaza raggiunge un nuovo punto critico dopo la decisione di Israele di bloccare l’invio degli aiuti umanitari. La mossa ha provocato una reazione immediata da parte di Hamas, che accusa Tel Aviv di violare il diritto internazionale e di contribuire attivamente all’aggravamento delle condizioni della popolazione civile. Secondo il gruppo palestinese, la decisione mette seriamente a rischio i negoziati per la liberazione degli ostaggi, il cui destino ora pesa interamente sulle spalle del governo israeliano.
L’ONU chiede un intervento immediato
Le Nazioni Unite hanno espresso forte preoccupazione per la crescente tensione e hanno sottolineato la necessità di un cessate il fuoco permanente e della liberazione degli ostaggi per evitare una nuova escalation del conflitto. L’ONU ha ribadito che la comunità internazionale deve fare tutto il possibile per prevenire il ritorno alle ostilità, evidenziando che senza un’azione concreta, la situazione potrebbe degenerare ulteriormente.
Nuovi attacchi su Khan Yunis
Nel frattempo, il conflitto sul campo non si ferma. Secondo fonti della Protezione Civile di Gaza, un attacco israeliano ha colpito la zona di Khan Yunis, nel sud della Striscia, causando la morte di quattro persone e ferendo altre sei. Il comunicato diffuso dall’organizzazione denuncia bombardamenti di artiglieria e colpi di carri armati israeliani nelle aree periferiche della città. L’esercito israeliano, però, non ha confermato ufficialmente l’attacco.
L’Egitto propone un nuovo piano di pace
Mentre la situazione si complica, il governo egiziano ha avanzato una nuova proposta per stabilizzare la tregua nella Striscia di Gaza. Secondo il quotidiano Haaretz, il piano prevede il rilascio di tre ostaggi israeliani, la restituzione dei corpi di altri tre ostaggi deceduti e un’estensione di due settimane della prima fase dell’accordo. Le fonti egiziane riportano che una delegazione israeliana è attesa al Cairo nelle prossime ore per discutere i dettagli della proposta.
Gli Stati Uniti sostengono la decisione di Israele
Dagli Stati Uniti arriva un segnale di sostegno alla posizione di Israele. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Brian Hughes, ha dichiarato che Israele ha negoziato in buona fede fin dall’inizio e che gli Stati Uniti continueranno ad appoggiare le sue decisioni strategiche. Secondo Washington, la responsabilità della situazione attuale ricade su Hamas, che avrebbe dichiarato di non essere più interessato a un cessate il fuoco.
L’Arabia Saudita condanna Israele
In risposta alla crisi, l’Arabia Saudita ha espresso una ferma condanna contro la decisione di Israele di interrompere gli aiuti umanitari a Gaza. Il Ministero degli Esteri saudita ha definito l’azione un ricatto e una punizione collettiva, accusando Israele di violazione del diritto internazionale umanitario. Riad ha inoltre esortato la comunità internazionale a intervenire per fermare le gravi violazioni commesse da Israele.
“No Other Land”: la voce di Gaza arriva agli Oscar
Nel mondo del cinema, la questione palestinese ha trovato spazio con il documentario “No Other Land”, premiato agli Oscar. Il film, diretto da un collettivo israelo-palestinese, documenta la distruzione della comunità di Masafer Yattanella Cisgiordania occupata. Durante la premiazione, i registi hanno lanciato un appello al mondo affinché si fermi la pulizia etnica in corso e si ponga fine alle sofferenze della popolazione palestinese.