Categoria: Lavoro

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    Bonus giovani: un’occasione d’oro per assumere under 35 a costo (quasi) zero

    Dal 16 maggio 2025 via alle domande per l’incentivo del decreto Coesione: fino a 650 euro mensili per ogni assunzione stabile di giovani

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    Bonus giovani e donne: come ottenere fino a 650 euro al mese per ogni nuova assunzione

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    Come scegliere correttamente categoria, qualifica, mansione e livello per evitare contenziosi e tutelare l’azienda

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    Bonus giovani 2025: assunzioni under 35 a costo ridotto, ma occhio alle trappole burocratiche

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    Bonus donne 2025: fino a 24 mesi di sgravio contributivo per chi assume al Sud o nei settori svantaggiati

    Pubblicato il decreto attuativo: ecco come ottenere fino a 650 euro al mese per ogni lavoratrice assunta

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  • Pubblica amministrazione 4.0: con il Decreto PA via a concorsi smart e stipendi più equi

    Pubblica amministrazione 4.0: con il Decreto PA via a concorsi smart e stipendi più equi

    La riforma è legge: approvato il Decreto PA

    Con il via libera definitivo del Senato, il Decreto PA è ora legge dello Stato. A dichiararlo con soddisfazione è il ministro Paolo Zangrillo, che parla di un traguardo importante per rendere la pubblica amministrazione più efficiente, moderna e vicina ai cittadini.

    Il provvedimento, composto da 22 articoli, interviene su diversi fronti cruciali: reclutamento del personaleformazione continua, riequilibrio tra enti centrali e locali, e supporto concreto ai territori colpiti da emergenze.

    Assunzioni più semplici e mirate: focus sui giovani e sugli ITS

    Una delle novità più rilevanti riguarda il sistema di reclutamento: il Decreto punta ad attrarre nuovi talentivalorizzando i diplomati degli ITS Academy, ossia gli istituti tecnici superiori a forte vocazione tecnologica.

    Il rafforzamento della Commissione RIPAM renderà i concorsi pubblici più rapidi, trasparenti e orientati alla selezione di profili altamente qualificati. Obiettivo: rispondere al fabbisogno delle amministrazioni con persone competenti e già formate per affrontare sfide complesse.

    Equità per gli enti locali: aumenti salariali per riequilibrare il sistema

    Il Decreto interviene in maniera decisa anche sulla disparità salariale tra enti centrali e periferici. Arriva infatti un incremento del salario accessorio per i dipendenti pubblici degli enti locali, un passo concreto per correggere una storica asimmetria economica.

    Questa misura vuole riconoscere il ruolo fondamentale dei dipendenti pubblici che operano nei comuni, province e regioni, garantendo loro migliori condizioni economiche e motivazione.

    Più risorse per le aree in emergenza

    Non mancano misure straordinarie per potenziare la presenza dello Stato nelle aree colpite da calamità: previsto un rafforzamento del personale nelle zone terremotate del 2009 e del 2016, e in quelle alluvionate nel maggio 2023 in Emilia-RomagnaMarche e Toscana.

    Un modo concreto per sostenere la ripartenza e non lasciare soli territori in difficoltà, dando risposte reali e tempestive.

    Il commento del ministro: “Anticipare il cambiamento, non solo inseguirlo”

    Zangrillo sottolinea l’importanza di questa riforma come svolta culturale prima ancora che amministrativa. “Il nostro obiettivo – dice – è anticipare il cambiamento, non semplicemente reagire. Costruiamo una PA all’altezza delle sfide europee e vicina a chi ci lavora ogni giorno con dedizione”.

    È un messaggio forte rivolto ai cittadini, alle imprese e agli stessi dipendenti pubblici: il cambiamento è già cominciato, e passa attraverso competenza, motivazione e organizzazione.

  • Italia nel 2035: mancano 3 milioni di lavoratori

    Italia nel 2035: mancano 3 milioni di lavoratori

    Un futuro a ranghi ridotti: meno forza lavoro e più incertezze

    Secondo l’ufficio studi della Cgia di Mestre, nel 2035 l’Italia avrà 3 milioni di lavoratori in meno rispetto a oggi. Un dato che fa tremare le fondamenta dell’economia nazionale. Il combinato di invecchiamento della popolazione e calo demografico porterà a una contrazione drastica della forza lavoro in età attiva, con effetti che si faranno sentire in ogni settore produttivo.

    Il peso sulle spalle delle imprese e del PIL

    A subire le conseguenze più gravi saranno le piccole e medie imprese (PMI), già oggi spina dorsale dell’economia italiana. Con meno lavoratori a disposizione, la produttività rischia di calare, le competenze scarseggiare e il tessuto imprenditoriale di sfilacciarsi. I settori più colpiti? Trasporti e turismo, entrambi ad alta intensità di manodopera e con una forte dipendenza da personale stagionale o operativo.

    Parallelamente, si prevede un rallentamento del PIL, che potrebbe compromettere la sostenibilità del debito pubblico e frenare gli investimenti. Il sistema Paese dovrà trovare nuovi equilibri per evitare una deriva strutturale.

    Conti pubblici sotto pressione e welfare a rischio

    La riduzione della popolazione attiva comporterà un minor gettito fiscale e maggiori costi per pensioni e sanità. Un mix esplosivo che potrebbe mettere in crisi la tenuta dei conti pubblici e del sistema di welfare nazionale. Se il numero di contribuenti cala e quello dei beneficiari cresce, il rischio è un effetto domino con impatti pesanti anche sul lungo periodo.

    Quale via d’uscita?

    Per evitare la catastrofe, l’Italia dovrà aumentare la partecipazione femminile al lavoro, incentivare l’immigrazione qualificata, investire nella digitalizzazione e formazione continua, e agevolare l’automazione intelligente nei settori produttivi. Senza interventi tempestivi, il Paese si troverà a corto non solo di manodopera, ma anche di futuro.

  • Sciopero bollente da McDonald’s: i sindacati alzano la voce

    Sciopero bollente da McDonald’s: i sindacati alzano la voce

    I sindacati dichiarano guerra a McDonald’s

    La protesta è ufficiale: è stato proclamato un sciopero nazionale di 8 ore per i lavoratori diretti di McDonald’s in tutta Italia. A scatenare la mobilitazione è stata la persistente indisponibilità dell’azienda ad avviare un confronto sulla contrattazione integrativa aziendale, una richiesta fondamentale per oltre 4.000 dipendenti operativi nei 60 ristoranti a gestione diretta.

    A firmare la proclamazione sono stati i sindacati di categoria Filcams CgilFisascat Cisl e Uiltucs, che hanno denunciato apertamente l’atteggiamento di chiusura mostrato da McDonald’s Development Italy, ritenuto irremovibile su qualsiasi apertura al dialogo.

    Otto ore per difendere i propri diritti

    La giornata di sciopero nazionale è solo il primo passo. Le segreterie sindacali hanno comunicato alla direzione aziendale che, se l’impasse dovesse persistere, sono pronte a intensificare la protesta con nuove iniziative. Le modalità operative dello sciopero verranno declinate a livello territoriale e regionale dalle singole strutture sindacali, garantendo così un’adesione ampia e capillare.

    I rappresentanti di Filcams CgilFisascat Cisl e Uiltucs hanno inoltre rivolto un appello a tutte le lavoratrici e i lavoratori coinvolti, invitandoli ad aderire con forza alla mobilitazione per rivendicare condizioni di lavoro più eque e dignitose.

    I licenziatari sotto osservazione

    Nel mirino dei sindacati non c’è solo la sede centrale. Anche i licenziatari – ovvero i gestori in franchising dei restanti 680 ristoranti sul territorio nazionale – rischiano di finire coinvolti nelle proteste. Se non verranno aperti tavoli di contrattazione integrativa anche con loro, i sindacati si riservano la possibilità di estendere le azioni di lotta. Si tratta di un messaggio chiaro: nessun nodo della rete McDonald’s può chiamarsi fuori.

    Con circa 35.000 dipendenti in tutta Italia e una presenza capillare, McDonald’s rappresenta un simbolo della ristorazione commerciale. E proprio per questo, secondo i sindacati, non può sottrarsi alle sue responsabilità sociali e contrattuali.

    Il 24 aprile, nuova tappa della mobilitazione

    L’appuntamento da segnare sul calendario è il 24 aprile, quando si terrà un incontro nazionale tra tutte le strutture sindacali, i delegati dei ristoranti McDonald’s e i licenziatari. L’obiettivo? Coordinare le prossime mosse e rilanciare la mobilitazione su scala ancora più ampia.

    Questa vertenza potrebbe segnare un passaggio cruciale nei rapporti tra lavoratori e colossi della ristorazione. E, almeno per ora, il messaggio dei sindacati è chiaro: nessun compromesso senza dialogo e diritti.

    Vuoi dire la tua su questo sciopero? Condividi la tua opinione nel form qui sotto.

  • Addio alla bandoliera: i carabinieri cambiano pelle, ma il sindacato non si accontenta

    Addio alla bandoliera: i carabinieri cambiano pelle, ma il sindacato non si accontenta

    Sottotitolo:

    Una scelta storica dopo 211 anni

    Una delle immagini più riconoscibili dei carabinieri italiani cambia volto: il Comando Generale dell’Arma ha deciso di eliminare l’uso della bandoliera durante i servizi operativi. Dopo ben 211 anni di onorato servizio come accessorio iconico dell’uniforme, questo elemento sparisce dai contesti operativi su auto, moto, a cavallo e anche a piedi. La comunicazione ufficiale è arrivata dai vertici di Viale Romania, sede romana del Comando Generale.

    Il motivo? La bandoliera, pur essendo un simbolo fortemente radicato nell’immaginario collettivo, è stata giudicata poco funzionale e persino dannosa per la sicurezza dei carabinieri impegnati in situazioni operative. Un oggetto più estetico che pratico, che oggi lascia il posto a un’esigenza più concreta: garantire maggiore agilità e protezione a chi opera sul campo.

    Il MOSAC approva, ma chiede un passo in più

    La novità è stata accolta positivamente dal MOSAC, il Movimento Sindacale Autonomo Carabinieri, che però non si limita a ringraziare. Luca Spagnolo, rappresentante legale del sindacato, ha espresso un cauto entusiasmo, auspicando che questa decisione sia solo il primo passo verso una modernizzazione più ampia della divisa operativa.

    In particolare, il MOSAC chiede che venga introdotta una maglietta tipo polo per il periodo estivo, in sostituzione della classica camicia azzurra. Una richiesta non solo legata al comfort, ma anche alla salute dei carabinieri esposti per ore al caldo in servizio. Secondo il sindacato, l’attuale abbigliamento estivo non è adeguato alle necessità operative né conforme alle disposizioni del Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008).

    Sicurezza e dignità: il cuore della protesta

    Nonostante l’apprezzamento per la rimozione della bandoliera, il MOSAC solleva un tema più ampio: la reale tutela del personale dell’Arma. “Non basta togliere un accessorio scomodo o cambiare la camicia per migliorare la condizione dei carabinieri” – dichiara Spagnolo.

    Il sindacato punta il dito contro questioni più profonde e spesso ignorate: il potere d’acquisto degli stipendi, il riconoscimento economico dei rischi affrontati quotidianamente, le condizioni di lavoro in situazioni delicate. Secondo il MOSAC, questi sono i nodi da sciogliere per poter parlare davvero di una svolta nella vita operativa dei carabinieri. Altrimenti – ammonisce – “si rischia di offrire solo delle brioche a chi chiede pane”.

    Un cambiamento simbolico o l’inizio di una riforma?

    L’abolizione della bandoliera segna una svolta anche simbolica, ma resta da vedere se sarà solo una scelta estetica o il preludio a un cambiamento più sostanziale. Il MOSAC lancia un messaggio chiaro: la modernizzazione non può fermarsi all’uniforme. Occorre un impegno concreto per garantire diritti, sicurezza e dignità a tutti i membri dell’Arma.

    In un contesto di crescenti difficoltà economiche e operative, il sindacato si prepara a portare avanti nuove richieste, con la consapevolezza che la vera protezione del carabiniere passa anche dalla valorizzazione del suo lavoro.

  • Come organizzare i tuoi strumenti da lavoro in modo pratico ed efficiente

    Come organizzare i tuoi strumenti da lavoro in modo pratico ed efficiente

    Quando si lavora in un’officina l’ordine e l’organizzazione sono alla base di tutto. Tenere tutto ben ordinato consente di essere più efficienti, evitando inutili perdite di tempo per cercare ciò di cui si ha bisogno. Inoltre, si limitano le possibili distrazioni, che potrebbero inficiare la precisione ed il risultato finale. Ci sono tanti modi efficaci per avere più ordine sul luogo di lavoro, a partire dalla scelta di una capiente e resistente cassettiera porta attrezzi come l’iconica RSC24 di Beta Utensili che, grazie all’ampia scelta di accessori a disposizione, ti permette di avere tutto il necessario organizzato, ordinato e soprattutto sempre a portata di mano. 

    Non è l’unica soluzione che potete mettere in atto, anzi, ce ne sono diverse che potrebbero dimostrarsi davvero utili. Scopritele insieme a noi in questo articolo.

    Categorizzare gli strumenti

    Per prima cosa potreste optare per una vera e propria categorizzazione degli strumenti, essenziale per un’organizzazione che sia davvero smart. All’interno di un’officina si usano tanti attrezzi diversi tra di loro, che possono appartenere a differenti categorie. Dividendoli tra di loro potrete poi trovare il modo di organizzarli più adeguato a quelle che sono le vostre esigenze.

    Potreste optare per una suddivisione di questo tipo: utensili manuali, minuteria, materiali di consumo, elettroutensili e dispositivi di sicurezza. Potete aggiungere o eliminare categorie in base al tipo di lavoro che svolgere e alle attrezzature che avete a vostra disposizione.

    La categorizzazione può essere molto utile, ma non dimenticate di ragionare anche in maniera strettamente funzionale. Gli attrezzi che usate di più devono essere sistemati per poter essere raggiunti in pochi istanti, magari su un pannello forato, così da essere ben visibile.

    Gestire il banco da lavoro

    Il banco da lavoro dovrebbe essere un vero e proprio esempio di ordine. Tutto ciò che non vi serve deve essere tolto dal banco, in modo tale da non fare confusione. Dopo ogni lavoro il banco va ripulito da ciò che è inutile, senza lasciare che attrezzi e materiali possano accumularsi. Una buona idea potrebbe essere quella di installare una barra magnetica a cui attaccare gli strumenti che si usano più spesso, e averli così immediatamente a disposizione.

    Sopra o sotto al banco da lavoro potete tenere dei cassetti, che all’interno si possono dividere attraverso dei divisori. Organizzate ogni cassetto in modo tale che contenga specifici attrezzi e materiali. Applicando una etichetta potete riconoscere facilmente il cassetto che contiene ciò che vi serve. 

    Cassettiere fisse e mobili

    Sul banco da lavoro potete tenere ciò che vi serve spesso, ma ci sono anche utensili e attrezzi che potrebbero servirvi solo occasionalmente. Potete acquistare delle cassettiere modulari, perfette per coloro che hanno bisogno di spazio per sistemare non solo gli strumenti, ma anche i materiali.

    Potete comprare anche dei modelli dotati di rotelle, così da poter spostare le cassettiere a seconda delle esigenze.

    Occhio ai cavi

    Infine non dimenticate di fare attenzione ai cavi. Avere tanti fili che si aggrovigliano tra di loro dà un’idea molto disordinata dello spazio dell’officina, e in più è molto pericoloso, perché ci si può inciampare facilmente.

    Potete acquistare degli avvolgitori, così da tenere in ordine ogni cavo che alimenta i vari macchinari. Oppure potete unirli con delle fascette, evitando che formino il classico groviglio tipico dei cavi elettrici.

  • Morti sul lavoro in Italia: una strage silenziosa che continua

    Morti sul lavoro in Italia: una strage silenziosa che continua

    Il bilancio tragico di gennaio 2025

    Il primo mese del 2025 si apre con un drammatico bilancio: 60 morti sul lavoro15 in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, pari a un aumento del 33,3%. Di questi, 46 sono deceduti durante l’attività lavorativa, mentre 14 hanno perso la vita nel tragitto casa-lavoro.

    Le regioni più colpite dalla mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro sono Umbria, Trentino-Alto Adige, Calabria, Basilicata, Puglia e Piemonte, mentre in Lombardia e Veneto si registra il numero più alto di vittime in valore assoluto.

    Quali settori sono i più colpiti?

    Il settore che ha registrato il maggior numero di decessi sul lavoro è quello dei trasporti e del magazzinaggio, con 6 vittime. Seguono le attività manifatturiere e il settore delle costruzioni, che contano 4 morti ciascuno. Questo dato evidenzia quanto la sicurezza in questi ambiti sia ancora insufficiente.

    L’età e la nazionalità delle vittime

    L’identikit dei lavoratori più a rischio è preoccupante: le fasce più colpite sono 55-64 anni (con un’incidenza di 4,5 vittime per milione di occupati) e 15-24 anni (2,5 per milione). Questo dimostra che, da un lato, l’esperienza non protegge dalla tragedia e, dall’altro, i giovani sono esposti a pericoli inaccettabili.

    Un altro dato che colpisce è il numero di lavoratori stranieri deceduti10 su 46, con un’incidenza di 4,2 morti per milione di occupatipiù del doppio rispetto agli italiani (1,7 per milione).

    Una piaga senza fine: le regioni più a rischio

    L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente ha suddiviso le regioni italiane in fasce di rischio:

    • Zona rossa (rischio superiore al 125% della media nazionale): Umbria, Trentino-Alto Adige, Calabria, Basilicata, Puglia e Piemonte.
    • Zona arancione: Campania e Veneto.
    • Zona gialla: Lombardia, Liguria e Marche.
    • Zona bianca (rischio inferiore alla media nazionale): Toscana, Lazio, Sicilia, Emilia-Romagna, Abruzzo, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Valle d’Aosta.

    Un calo delle denunce di infortunio, ma non delle morti

    Un dato apparentemente positivo riguarda la diminuzione dello 0,9% delle denunce totali di infortunio rispetto a gennaio 2024: da 42.166 a 41.800. Tuttavia, il numero di decessi sul lavoro continua a crescere, segno che la riduzione delle denunce non corrisponde a un miglioramento delle condizioni di sicurezza.

    La giornata più pericolosa? Il martedì

    L’analisi dei dati mostra che il martedì è il giorno della settimana in cui si sono verificati più incidenti mortali: ben il 23,9% del totale. Un’informazione che potrebbe rivelarsi utile per l’implementazione di strategie di prevenzione più mirate.

    Cosa si può fare per fermare questa strage?

    L’aumento delle morti sul lavoro non può essere ignorato. Servono controlli più rigidi, una maggiore formazione sulla sicurezza e investimenti in tecnologie di prevenzione. La salute e la vita dei lavoratori devono essere una priorità assoluta.

    E tu cosa ne pensi? Lascia un commento qui sotto e facci sapere la tua opinione su questa emergenza che colpisce l’intero Paese.

  • Haier Europe riconverte lo stabilimento di Brugherio: nuovo hub logistico per i mercati europei

    Haier Europe riconverte lo stabilimento di Brugherio: nuovo hub logistico per i mercati europei

    Un nuovo futuro per il sito produttivo di Brugherio

    Haier Europe ha firmato oggi un accordo con i sindacati per la riconversione dello stabilimento di Brugherio, trasformandolo in un Service Hub logistico dedicato alla distribuzione dei ricambi per il mercato europeo.

    L’accordo arriva dopo l’incontro del 20 gennaio, durante il quale l’azienda aveva annunciato la chiusura della produzione di lavatrici entro il 30 giugno, sottolineando la necessità di un riposizionamento strategico del sito.

    Un investimento tra i 6 e i 9 milioni di euro per la trasformazione

    A partire dal 1° luglio, il nuovo Service Hub di Haier Europe diventerà un punto nevralgico per la logistica, con operazioni di:

    • Ricezione, stoccaggio, confezionamento e spedizione di ricambi
    • Ricondizionamento e rilavorazione di elettrodomestici
    • Produzione di kit per il post-vendita

    L’azienda ha destinato un investimento tra i 6 e i 9 milioni di euro, confermando il ruolo strategico dell’Italia nelle sue operazioni europee. Il sito avrà una capacità di stoccaggio di 50.000 posti pallet su una superficie di 44.000 metri quadrati.

    Impatto occupazionale: misure per sostenere i lavoratori

    Con il piano di riconversione, il nuovo centro logistico garantirà l’occupazione a circa 110 dei 160 lavoratori attuali. Per i dipendenti in esubero, Haier Europe ha previsto:

    • Incentivi all’esodo
    • Accesso ai regimi pensionistici
    • Percorsi di riqualificazione professionale
    • Progetti per la ricollocazione in altre aziende

    L’azienda ha ribadito il proprio impegno a minimizzare l’impatto sociale, offrendo supporto ai lavoratori e alle loro famiglie.

    Brugherio resta un punto chiave per Haier in Europa

    Oltre al nuovo Service Hub, Brugherio continuerà a ospitare:

    • Il centro direzionale europeo (HQ), insieme agli uffici di Vimercate
    • Il Milan Experience Design Center
    • laboratori di ricerca e sviluppo su connettività e IoT

    Complessivamente, in Italia Haier Europe impiega circa 900 persone e mantiene la sua presenza anche nei siti di Treviso (HVAC, aria condizionata) e Bassano del Grappa (produzione di forni e prodotti per la cottura a marchio Elba).

    Un’industria in trasformazione: le sfide del settore

    La riconversione dello stabilimento rientra in una più ampia strategia di razionalizzazione, dovuta alla contrazione della domanda nel settore degli elettrodomestici in Europa.

    Negli ultimi tre anni, il mercato ha subito una forte erosione dei margini, accentuata da tensioni geopolitiche e pressioni inflazionistiche, che hanno ridotto la fiducia dei consumatori e reso necessarie misure strutturali per garantire la sostenibilità del business.

    Pensi che la riconversione del sito di Brugherio sia una soluzione efficace? Lascia un commento nel form in basso e condividi la tua opinione.

  • I dipendenti italiani sono i più insoddisfatti d’Europa: solo il 43% considera la propria azienda un eccellente ambiente di lavoro

    I dipendenti italiani sono i più insoddisfatti d’Europa: solo il 43% considera la propria azienda un eccellente ambiente di lavoro

    Un quadro preoccupante: l’Italia fanalino di coda

    L’Italia si posiziona all’ultimo posto in Europa per soddisfazione lavorativa secondo il rapporto European Workforce Study 2025 di Great Place to Work, basato sulle opinioni di quasi 25mila collaboratori di 19 paesi europei. Solo il 43% dei lavoratori italiani considera la propria azienda un ottimo luogo di lavoro, un dato decisamente inferiore rispetto alla media europea del 59%. In confronto, paesi come Danimarca (75%), Norvegia (73%) e Svezia (68%) mostrano livelli di soddisfazione molto più alti.

    Tra i settori, spiccano tecnologia (65%), finanza (63%) e servizi professionali (62%) per la soddisfazione dei dipendenti, mentre Italia, Grecia, Polonia, Francia e Portogallo chiudono il ranking con un divario di 15 punti rispetto ai paesi più virtuosi.

    I fattori chiave della soddisfazione lavorativa

    Il rapporto evidenzia cinque fattori principali che influenzano la soddisfazione dei dipendenti europei:

    • Rispetto: la percezione di essere trattati con dignità e considerazione.
    • Equilibrio tra lavoro e vita privata: una questione sempre più cruciale.
    • Sicurezza psicologica: un ambiente lavorativo privo di stress inutile.
    • Leadership coerente: manager affidabili e capaci.
    • Retribuzione equa: stipendi percepiti come giusti.

    In Italia, il problema principale risiede nella mancanza di fiducia verso i manager: meno di un collaboratore su due ritiene che il proprio responsabile sia credibile e competente. Questo divario di fiducia si riflette negativamente sulla produttività e sulla fidelizzazione dei dipendenti.

    La leadership e il suo impatto

    Uno degli aspetti più discussi nel rapporto è la qualità della leadership, un elemento chiave per il benessere dei lavoratori e la produttività aziendale. Il modello di leadership basato sulla fiducia include tre componenti principali:

    1. Credibilità del management.
    2. Equità nel trattamento dei collaboratori.
    3. Rispetto reciproco.

    In Italia, solo il 44% dei lavoratori si fida dei propri responsabili, un dato significativamente inferiore alla media europea del 55%. Nei paesi scandinavi, come Danimarca e Norvegia, questa percentuale supera il 60%, contribuendo a un ambiente lavorativo più sereno e produttivo.

    Il ruolo della leadership di prossimità

    La leadership di prossimità – caratterizzata da empatia, curiosità e autenticità – è un altro fattore determinante per migliorare la soddisfazione lavorativa. Purtroppo, in Italia solo il 42% dei leader aziendali dimostra queste competenze, contro il 61% della Danimarca e il 60% della Svizzera. Questo deficit mina non solo la serenità dei lavoratori, ma anche la loro motivazione e coinvolgimento.

    Il costo dell’insoddisfazione lavorativa

    L’insoddisfazione dei dipendenti italiani ha un impatto diretto sulla produttività aziendale. La mancanza di coinvolgimento e fiducia nei manager porta a ingenti perdite economiche, rendendo le aziende meno competitive rispetto a quelle che valorizzano i propri collaboratori.

    “Non è solo una questione di potere d’acquisto,” afferma Beniamino Bedusa, presidente di Great Place to Work Italia. “La scarsa serenità sul lavoro e la percezione di leader lontani portano i lavoratori italiani a cercare nuove opportunità con maggiore frequenza rispetto al resto d’Europa.”

    Conclusioni: un invito al cambiamento

    Per colmare il divario con i paesi più virtuosi, le aziende italiane devono investire in una cultura aziendale basata sulla fiducia e formare leader capaci di ispirare i propri team. È fondamentale agire su rispetto, coerenza e retribuzione per migliorare il benessere dei collaboratori e, di conseguenza, la competitività aziendale.

    Che ne pensi di questi dati? La tua azienda rispecchia questa realtà? Raccontaci la tua esperienza nel form dei commenti qui sotto!

  • Con la legge 203/2024 un passo avanti per la sicurezza sul lavoro

    Con la legge 203/2024 un passo avanti per la sicurezza sul lavoro

    La legge 203/2024, recentemente entrata in vigore, rappresenta un significativo passo avanti nella tutela della salute e sicurezza dei lavoratori. Il provvedimento, noto anche come Collegato Lavoro, introduce importanti novità che mirano a migliorare la gestione delle risorse e la qualità della prevenzione nei luoghi di lavoro. Giuseppe Ciarcelluto, presidente di Assidal, associazione impegnata nella promozione della cultura della sicurezza, accoglie con entusiasmo queste misure, sottolineando l’importanza della formazione permanente per tutti i protagonisti del sistema sicurezza.

    Novità principali della legge 203/2024

    La normativa introduce diversi strumenti per garantire un controllo più rigoroso e una maggiore efficacia delle misure preventive:

    • Relazione annuale sulla sicurezza: Il Ministro del Lavoro dovrà presentare un rapporto alle Camere entro il 30 aprile di ogni anno, evidenziando criticità e possibili miglioramenti.
    • Monitoraggio della formazione dei medici competenti: Un’attenzione particolare è riservata alla qualificazione costante di queste figure centrali nel sistema sicurezza.
    • Trasferimento di competenze alle Asl: I ricorsi relativi ai giudizi dei medici competenti saranno ora gestiti direttamente dalle Aziende Sanitarie Locali, favorendo una maggiore immediatezza nell’analisi dei casi.
    • Creazione di cartelle sanitarie complete: L’accettazione di esami diagnostici eseguiti privatamente ridurrà tempi e costi per le aziende, rendendo il processo più efficiente.
    • Obblighi di comunicazione per locali sotterranei: La normativa impone di notificare agli Ispettorati l’utilizzo di spazi sotterranei o seminterrati, assicurando che rispettino le condizioni di sicurezza.

    Verso una sicurezza più efficace

    Marco Belfiglio, vicepresidente di Assidal, sottolinea come la legge rappresenti una semplificazione normativa e un miglioramento delle condizioni di lavoro. “L’aspetto chiave è garantire una formazione continua e monitorata per tutti i professionisti coinvolti”, afferma. L’importanza del ruolo del medico competente emerge con forza: grazie alle nuove misure, questi potrà valutare meglio le situazioni di rischio e collaborare con le aziende per gestire eventuali criticità.

    Un ulteriore passo significativo è rappresentato dalla possibilità di organizzare visite mediche supplementari per lavoratori con assenze prolungate, un’iniziativa che rafforza la prevenzione e riduce le tempistiche di intervento.

    La collaborazione come chiave del successo

    Ciarcelluto e Belfiglio concordano sull’importanza della collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti: datori di lavoro, medici, lavoratori e istituzioni. Assidal si impegna a supportare i propri associati attraverso attività di formazione e informazione, assicurando che le nuove disposizioni vengano applicate correttamente in tutto il Paese.

    Il futuro della sicurezza sul lavoro dipende dall’impegno di tutti: la legge 203/2024 è un’opportunità per costruire un sistema più sicuro, efficiente e sostenibile.

  • L’occupazione cresce, ma le pmi hanno ancora bisogno di supporto

    L’occupazione cresce, ma le pmi hanno ancora bisogno di supporto

    Il mercato del lavoro in Italia registra segnali di miglioramento, ma restano alcune criticità. Secondo i dati pubblicati dall’Istat, a novembre 2024 il numero degli occupati si attesta a 24 milioni e 65.000 unità, registrando un lieve calo dello 0,1% (-13.000) rispetto al mese precedente. Tuttavia, il confronto con lo stesso mese del 2023 mostra un incremento significativo dell’1,4%, pari a 328.000 posti di lavoro in più.

    Il tasso di occupazione rimane stabile al 62,4%, mentre quello di disoccupazione scende al 5,7%, evidenziando un progresso rispetto al passato. Un dato meno incoraggiante riguarda la disoccupazione giovanile, che segna un aumento dell’1,4%, portandosi al 19,2%. In calo, invece, il numero di donne e di lavoratori tra i 25 e i 49 anni in cerca di occupazione (-1,6%). Il tasso di inattività si attesta al 33,7%.

    Di fronte a questi numeri, Unimpresa sottolinea l’importanza di adottare misure più incisive per sostenere le pmi, il vero motore dell’economia italiana. Secondo il presidente di Unimpresa, Giovanna Ferrara, i dati dell’Istat rappresentano un segnale positivo, ma è necessario un impegno maggiore per rafforzare la crescita economica.

    «Il calo della disoccupazione è senza dubbio una buona notizia – commenta Ferrara – ma le piccole e medie imprese continuano ad affrontare ostacoli significativi. Servono interventi più strutturali, come la riduzione del cuneo fiscale e incentivi agli investimenti in innovazione e digitalizzazione. Le pmi creano lavoro e valore per il Paese: per un’Italia più forte, è necessario un tessuto imprenditoriale più solido».

    L’attenzione è quindi puntata sulle prossime mosse del governo, chiamato a implementare nuove misure per favorire la crescita del mercato del lavoro e garantire stabilità occupazionale.

    Cosa ne pensi di questi dati? Quali soluzioni credi siano più efficaci per sostenere le pmi e ridurre la disoccupazione? Esprimi la tua opinione nei commenti!

  • Marchi e concorrenza sleale: il successo di Trevisan & Cuonzo per Loro Piana

    Marchi e concorrenza sleale: il successo di Trevisan & Cuonzo per Loro Piana

    Lo studio legale Trevisan & Cuonzo ha recentemente ottenuto una vittoria significativa per Loro Piana, nota Maison di lusso, presso il Tribunale delle Imprese di Bari. Il 25 novembre 2024, il tribunale ha accolto il ricorso cautelare della Maison, confermando l’illegittimità delle attività di una società italiana attiva nella vendita online di calzature e abbigliamento di lusso.

    La disputa: concorrenza sleale e contraffazione

    La controversia legale ha riguardato presunti atti di concorrenza sleale e contraffazione di marchio. In particolare, Loro Piana ha denunciato:

    • La vendita di prodotti che imitavano le iconiche calzature “Summer Walk” e “Open Walk” della linea White Sole.
    • L’uso improprio del marchio denominativo “Loro Piana” sul sito della resistente, nei titoli di offerte di prodotti come giacche sartoriali, che potevano ingannevolmente suggerire un’origine o una qualità legata a Loro Piana.

    Il Tribunale ha riconosciuto queste condotte come illecite, inibendo la produzione, commercializzazione e promozione dei prodotti contraffatti, nonché qualsiasi utilizzo non autorizzato del marchio Loro Piana.

    La decisione del Tribunale

    Considerando la notorietà del marchio Loro Piana e la destinazione internazionale delle offerte della resistente, il Tribunale ha ordinato:

    • La pubblicazione della decisione sul sito della resistente, con traduzione in inglese.
    • La pubblicazione sui principali quotidiani nazionali, tra cui il Corriere della Sera e Il Sole 24 Ore.

    Questa sentenza rappresenta un passo significativo nel programma di tutela della proprietà intellettuale di Loro Piana, attuato con il supporto del team interno dell’azienda, guidato da Monica Kristensen, Associate General Counsel, e dallo studio legale Trevisan & Cuonzo.

    Trevisan & Cuonzo: leader nella tutela della proprietà intellettuale

    Fondato nel 1993, lo studio legale Trevisan & Cuonzo è uno dei più prestigiosi in Italia nel campo del diritto commerciale e della proprietà intellettuale. Con sedi a Milano, Roma, Parma e Bari, e un team di oltre 40 professionisti, lo studio assiste aziende di diversi settori, tra cui fashion, tecnologia, energia e farmaceutica.

    Il successo ottenuto per Loro Piana conferma il ruolo dello studio come punto di riferimento per la tutela legale in contesti internazionali, consolidando ulteriormente la sua reputazione nel panorama legale europeo.