Allarme energia: +6.000 euro in bolletta per le imprese italiane nel terzo trimestre

L’escalation USA-Iran minaccia il sistema produttivo: a rischio competitività e inflazione fino al 3%. L’appello di Unimpresa per un intervento urgente

Il conflitto in Medio Oriente accende una nuova emergenza energetica

L’attacco militare americano a siti nucleari iraniani e la dura risposta di Teheran contro Israele non sono solo eventi geopolitici: secondo il Centro studi di Unimpresa, rappresentano un potenziale disastro per l’economia italiana. Le piccole e medie imprese rischiano di trovarsi sommerse da bollette energetiche più care di 6.000 euro solo nel terzo trimestre del 2025.

Una simile impennata – dovuta all’aumento di petrolio e gas – rischia di destabilizzare l’intera filiera produttiva italiana, ancora fortemente dipendente da fonti fossili. Il risultato? Un possibile ritorno dell’inflazione al 3% e un impatto diretto sulla spesa quotidiana dei cittadini.

Le PMI sotto attacco: +15-20% il costo dell’energia

L’effetto dei primi giorni di crisi si è già fatto sentire: il gas Ttf di Amsterdam è salito del 9%, il Brent vola oltre i 95 dollari al barile. Se il trend prosegue, molte PMI manifatturiere dovranno affrontare rincari energetici fino al 20%, traducibili in migliaia di euro mensili. In prima linea tra i settori colpiti ci sono:

  • Metallurgia
  • Ceramica
  • Carta e vetro
  • Industria alimentare
  • Meccanica pesante

Anche artigianicommercianti e imprese dei servizi iniziano a registrare i primi contraccolpi.

Rincari energetici = inflazione per famiglie e lavoratori

Il meccanismo è chiaro: i costi crescono, i margini calano e le imprese scaricano i rincari sui prezzi finali. Pane, pastalattecarne e trasporti rischiano aumenti tra il 2% e il 4% nel trimestre luglio-settembre, con un’inflazione che potrebbe arrivare al 3% già entro settembre.

Questo colpisce soprattutto i redditi fissi, le famiglie meno protette e gli operatori più fragili, con un effetto diretto sul carovita e sulla fiducia dei consumatori.

L’allarme di Unimpresa: “Subito un tavolo a Palazzo Chigi”

A fronte di questo scenario, Unimpresa chiede:

  • Monitoraggio costante dei prezzi di gas e petrolio
  • Convocazione urgente di un tavolo di crisi a Palazzo Chigi
  • Coinvolgimento di autorità di regolazione e operatori del settore energetico

Secondo il vicepresidente Giuseppe Spadafora, “non possiamo affrontare una nuova emergenza energetica con strumenti ordinari. Serve un intervento rapido e coordinato per salvare le PMI italiane e proteggere i consumatori”.


Domande e risposte

1. Perché il prezzo dell’energia sta salendo così tanto?
A causa delle tensioni belliche tra USA, Iran e Israele, che influenzano direttamente il prezzo di petrolio e gas sui mercati mondiali.

2. Quali imprese sono più colpite?
Quelle energivore, come metallurgia, ceramica, alimentare, vetro, carta, ma anche le PMI manifatturiere e artigianali.

3. Quanto aumenteranno le bollette delle PMI?
Fino a 6.000 euro in tre mesi, soprattutto per aziende con elevati consumi elettrici e termici.

4. Cosa succederà ai prezzi al consumo?
Potrebbero salire del 2-4% su prodotti essenziali come pane, pasta e latte, colpendo le famiglie.

5. L’inflazione aumenterà ancora?
Sì, si stima un ritorno verso il 3% già entro l’estate.

6. Cosa chiede Unimpresa al governo?
La creazione di un tavolo di crisi, con monitoraggio costante e interventi straordinari.

7. Perché l’Italia è così vulnerabile?
Perché importa oltre il 75% dell’energia e ha un tessuto produttivo frammentato e poco capitalizzato.

8. Il caro energia può portare a chiusure aziendali?
Sì, se i costi diventano insostenibili, molte imprese rallenteranno produzione o chiuderanno.

9. Qual è il legame tra bollette e inflazione?
I rincari energetici si trasferiscono nei prezzi dei beni, causando inflazione.

10. Ci saranno aiuti per le imprese?
Dipenderà dalle decisioni del governo e dall’esito del tavolo di emergenza richiesto da Unimpresa.

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