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Una scelta storica dopo 211 anni
Una delle immagini più riconoscibili dei carabinieri italiani cambia volto: il Comando Generale dell’Arma ha deciso di eliminare l’uso della bandoliera durante i servizi operativi. Dopo ben 211 anni di onorato servizio come accessorio iconico dell’uniforme, questo elemento sparisce dai contesti operativi su auto, moto, a cavallo e anche a piedi. La comunicazione ufficiale è arrivata dai vertici di Viale Romania, sede romana del Comando Generale.
Il motivo? La bandoliera, pur essendo un simbolo fortemente radicato nell’immaginario collettivo, è stata giudicata poco funzionale e persino dannosa per la sicurezza dei carabinieri impegnati in situazioni operative. Un oggetto più estetico che pratico, che oggi lascia il posto a un’esigenza più concreta: garantire maggiore agilità e protezione a chi opera sul campo.
Il MOSAC approva, ma chiede un passo in più
La novità è stata accolta positivamente dal MOSAC, il Movimento Sindacale Autonomo Carabinieri, che però non si limita a ringraziare. Luca Spagnolo, rappresentante legale del sindacato, ha espresso un cauto entusiasmo, auspicando che questa decisione sia solo il primo passo verso una modernizzazione più ampia della divisa operativa.
In particolare, il MOSAC chiede che venga introdotta una maglietta tipo polo per il periodo estivo, in sostituzione della classica camicia azzurra. Una richiesta non solo legata al comfort, ma anche alla salute dei carabinieri esposti per ore al caldo in servizio. Secondo il sindacato, l’attuale abbigliamento estivo non è adeguato alle necessità operative né conforme alle disposizioni del Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori (D.Lgs. 81/2008).
Sicurezza e dignità: il cuore della protesta
Nonostante l’apprezzamento per la rimozione della bandoliera, il MOSAC solleva un tema più ampio: la reale tutela del personale dell’Arma. “Non basta togliere un accessorio scomodo o cambiare la camicia per migliorare la condizione dei carabinieri” – dichiara Spagnolo.
Il sindacato punta il dito contro questioni più profonde e spesso ignorate: il potere d’acquisto degli stipendi, il riconoscimento economico dei rischi affrontati quotidianamente, le condizioni di lavoro in situazioni delicate. Secondo il MOSAC, questi sono i nodi da sciogliere per poter parlare davvero di una svolta nella vita operativa dei carabinieri. Altrimenti – ammonisce – “si rischia di offrire solo delle brioche a chi chiede pane”.
Un cambiamento simbolico o l’inizio di una riforma?
L’abolizione della bandoliera segna una svolta anche simbolica, ma resta da vedere se sarà solo una scelta estetica o il preludio a un cambiamento più sostanziale. Il MOSAC lancia un messaggio chiaro: la modernizzazione non può fermarsi all’uniforme. Occorre un impegno concreto per garantire diritti, sicurezza e dignità a tutti i membri dell’Arma.
In un contesto di crescenti difficoltà economiche e operative, il sindacato si prepara a portare avanti nuove richieste, con la consapevolezza che la vera protezione del carabiniere passa anche dalla valorizzazione del suo lavoro.