Unimpresa rilancia il significato civile ed economico della Festa della Repubblica: tra lavoro, PMI e giustizia sociale
Un’Italia che lavora è un’Italia che resiste
Nel giorno della Festa della Repubblica, Unimpresa invita a guardare oltre il significato istituzionale per riscoprire il volto operoso e produttivo del Paese. Il 2 giugno non è solo memoria storica, ma deve essere anche il simbolo di un’Italia intraprendente, coesa, fondata sul lavoro.
Secondo Paolo Longobardi, presidente onorario dell’associazione, questa festa “laica e civile” deve ricordare a tutti che la democrazia economica vive solo se c’è giustizia, equità fiscale, impresa diffusa e una scuola che prepara davvero al futuro.
La spina dorsale della Repubblica: botteghe e PMI
Le piccole e medie imprese sono spesso invisibili nel racconto nazionale, ma rappresentano la colonna portantedell’economia italiana. Non si tratta solo di aziende, ma di famiglie, territori, valori condivisi.
“Dove c’è lavoro, c’è dignità. Dove c’è impresa, c’è speranza” scrive Longobardi. È una visione che punta a rilanciare l’orgoglio produttivo italiano, spesso schiacciato da burocrazia, fiscalità opprimente e mancanza di visione.
Una democrazia che premia chi costruisce
L’equilibrio tra libertà individuale e bene collettivo passa per un’economia che include, che riconosce il merito, che redistribuisce valore.
Celebrare il 2 giugno significa ricordare che la libertà non è solo politica, ma anche economica. E che questa libertà si costruisce ogni giorno nelle officine, nei laboratori, negli uffici, tra chi rischia e lavora.
Per un 2 giugno che guarda al futuro
Unimpresa chiede coerenza a chi governa: meno slogan e più politiche concrete per chi crea valore. È un appello alla responsabilità, alla visione di lungo termine, alla capacità di costruire un sistema che non escluda nessuno.
Il 2 giugno può diventare allora la festa dell’Italia che produce, quella che non si arrende, che resiste alle crisi e che chiede solo di poter lavorare in pace, con regole giuste e uno Stato che sia alleato, non ostacolo.
Domande e risposte
1. Perché Unimpresa vuole che il 2 giugno celebri anche l’Italia produttiva?
Perché la Repubblica vive anche grazie a chi lavora ogni giorno per costruirla economicamente.
2. Che ruolo hanno le PMI nel messaggio di Unimpresa?
Sono viste come la spina dorsale del Paese, fondamentali per l’equilibrio sociale ed economico.
3. Cosa si intende per democrazia economica?
Un sistema in cui anche l’economia rispetta i principi di equità, giustizia e inclusione.
4. Quali sono le richieste principali al governo?
Meno burocrazia, un fisco più equo, una scuola che prepara e una giustizia che tutela.
5. Perché la burocrazia è un problema per le PMI?
Perché rallenta i processi, aumenta i costi e scoraggia l’iniziativa.
6. Cosa si intende con “dove c’è impresa, c’è speranza”?
Che l’impresa genera lavoro, crescita e fiducia nel futuro.
7. Come si può rendere il 2 giugno più inclusivo?
Riconoscendo il valore civile di chi lavora e produce per la Repubblica.
8. Qual è il legame tra scuola e democrazia economica?
Una buona scuola forma cittadini e lavoratori consapevoli, capaci di innovare.
9. Che rapporto c’è tra merito e futuro, secondo Unimpresa?
Solo premiando chi contribuisce al bene comune si può garantire sviluppo.
10. Qual è il messaggio finale dell’appello?
Celebrare il 2 giugno guardando anche al presente produttivo dell’Italia e non solo al passato istituzionale.
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