Home Salute SANITA’. SNAMID: DEFINIRE CURE E RUOLO MEDICI, ECCO LA LOTTA A CRONICITÀ

SANITA’. SNAMID: DEFINIRE CURE E RUOLO MEDICI, ECCO LA LOTTA A CRONICITÀ

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A ROMA TRE GIORNI DI CONGRESSO PER FARE IL PUNTO SU AGGIORNAMENTO

Roma, 14 nov. – Tre giorni di approfondimento e confronto tra decine di medici ed esperti con un unico comune denominatore: il tema della cronicita’. Si è svolto a Roma da venerdì a domenica scorsi il 29esimo Congresso della Snamid, la Società di aggiornamento per il medico di Medicina generale, che ha affrontato la questione da numerosi punti di vista: dalla diagnosi al trattamento terapeutico di numerose patologie, fino alla comunicazione medico-paziente e alle prospettive future per i giovani medici. Numerosi i punti di vista e le opinioni presentate da professionisti provenienti da tutta Italia.

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“La cronicita’ ricorre in vari ambiti e rappresenta la sfida principale da affrontare nel prossimo futuro”, ha sottolineato il presidente di Snamid, Roberto Stella, ricordando ad esempio malattie come diabete, ipertensione, Bpco.

FIBRILLAZIONE ATRIALE E CARDIOPATIA ISCHEMICA – Tra gli argomenti al centro della discussione, con il patrocinio di Fnomceo e Omceo Roma, due i più rilevanti. Prima di tutto fibrillazione atriale e cardiopatia ischemica, patologie di grande impatto epidemiologico e clinico. “Il punto e’ ottimizzare le cure- ha spiegato il coordinatore della Segreteria scientifica del Congresso, Alfredo Cuffari- Una indagine realizzata a Milano proprio dalla Snamid ha evidenziato diverse criticita’ nella diagnosi della malattia ma poi anche nella gestione e nella terapia. Tanti i motivi per cui questo accade, dalle difficolta’ di accesso a prescrizione specialistiche a quelle organizzative”. In quest’ultimo caso, ha detto ancora Cuffari, “bisogna eliminare le barriere culturali e territoriali che ostacolano la piena applicazione delle Linee guida per avere una definizione di percorsi di cura virtuosi”.

CRONICITA’ E ONCOLOGIA – Nei pazienti anziani non sono due problematiche separate ma sommate, a rendere il quadro clinico ancora piu’ gravoso. “Per tanti, troppi anni questo aspetto e’ stato ignorato”, ha detto Adriano Tocchi, vicepresidente dell’Ordine dei medici di Roma. “Bisogna sapere che la maggioranza dei pazienti oncologici ha 70 anni: da qui puo’ partire tutto il programma assistenziale e sociale. Un anziano, infatti- ha concluso Tocchi- presenta altre patologie croniche oltre al cancro e deve essere studiato in modo multidiciplinare con l’affiancamento del medico di famiglia”.

LA MTC – Tra le problematiche che interessano sempre più una parte la popolazione e che sono state discusse durante il Congresso, troviamo poi la malattia tiroidea cronica, per lo piu’ rappresentata dell’ipotiroidismo sia franco che sub-clinico. “La patologia tiroidea nei soggetti sopra i 14 anni ha un’incidenza dal 4 all’8%, considerando anche l’ipotiroidismo subclinico- ha spiegato Maurizio Lucarelli, respondabile area Endocrinologia della Snamid- Si tratta di una patologia che assorbe delle risorse a livello specialistico-ambulatoriale, a livello diagnostico e farmacologico. Ecco perche’ la sua gestione associata a problematiche come lo scompenso cardiaco, l’osteoporosi, e’ una sfida importante che merita appropriatezza e oculatezza”. La Mtc e’ una patologia ad elevato indice di incidenza e prevalenza spesso non percepita dal medici. Inoltre impatta sulla qualita’ di vita del paziente, soprattutto per quanto riguarda monitoraggio, gestione della terapia e i sintomi. Considerati tutti questi elementi, “la Snamid, insieme alle due societa’ scientifiche specialistiche Ame e Fadoi, ha promosso e curato un documento di consenso che da’ indicazioni pratiche al medico di Assistenza primaria e agli specialisti- ha aggiunto Lucarelli- Lo scopo e’ far capire come, quando e da chi vada gestito il paziente con malattia tiroidea cronica: offrire ai pazienti un’assistenza di qualita’; evitare esami inutili o poco appropriati; ottimizzare i percorsi diagnostici, specie nel follow-up; ottimizzare la terapia farmacologica anche in un contesti di politrattamento farmacologico che espongono a inevitabili interazioni”.

LA MALATTIA RENALE CRONICA – In presenza di malattia renale cronica, invece, “riuscire a rallentare il processo che porta il paziente alla dialisi significa aumentare il valore dell’intervento medico, non solo in termini di costi ma anche di qualita’ della vita del paziente. Non e’ un caso, infatti, che il piano della cronicita’ del ministero della Salute ponga questa problematica tra le piu’ importanti” ha detto il dottor Andrea Zamboni, coresponsabile dell’Area Nefrologia della Snamid. “Abbiamo dimostrato con uno studio- ha aggiunto- come la Medicina generale possa essere il driver vincente per intercettare il paziente all’esordio dei sintomi, mettere in atto interventi educazionali e terapeutici, ma soprattutto approntare cure adeguate che possano rallentare, se non evitare, il ricorso alla dialisi”.
FARMACI INNOVATIVI – Infine, tema non secondario quello dei farmaci innovativi. “Il medico di famiglia prima di tutto deve individuare il paziente che ha bisogno di un farmaco nuovo”, ma purtroppo “lo fa senza avere le conoscenze adeguate su quando e come utilizzarlo, ma soprattutto sulla comparsa di nuovi sintomi da associare non a una nuova patologia, ma a una interferenza farmacologica” ha spiegato Marco Cambielli, responsabile dell’Area Farmaci della Snamid. Secondo Cambielli la soluzione “non e’ solo una rete tra medici di medicina generale e specialisti, ma maggiore conoscenza, dal momento che i primi sono esclusi da iter formativi e informativi e non hanno dimestichezza”.

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